Museo del Carbone della Miniera di Serbariu a Carbonia

Recentemente inaugurato (novembre 2006), il Centro Italiano della Cultura del Carbone di Carbonia si pone come uno strumento di tutela, valorizzazione e promozione dell’importante complesso di archeologia industriale di Serbariu.

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Il Museo del Carbone della Miniera di Serbariu a Carbonia

La più grande miniera di carbone di tutto il territorio italiano, ormai inattiva, trova così la sua consacrazione in ambito turistico: un museo che illustra al visitatore la travagliata storia dei minatori e delle loro famiglie, mostra l’intero ciclo produttivo e le diverse tecniche di coltivazione del carbone, custodisce una vasta collezione di lampade e attrezzi d’epoca utilizzati in miniera e racconta le varie fasi di nascita e sviluppo di Carbonia. La visita si sviluppa a partire dalla lampisteria, la sala argani e infine, attraverso il pozzo, una lunga galleria ripercorre una ricostruzione degli ambienti del sottosuolo minerario. Il percorso si conclude attraverso delle gallerie allestite con moderni sistemi di coltivazione che adottano grandi macchinari, ancora oggi utilizzati in miniere carbonifere attive, come Nuraxi Figus.

Nel complesso verrà allestito l’archivio storico e antropologico della città mineraria, il Museo Paleontologico e Speleologico “E.A. Martel” nel padiglione delle ex officine e infine il Centro di ricerca per lo sviluppo delle tecnologie energetiche pulite nato da un partenariato fra l’Amministrazione comunale e la Sotacarbo SpA. Bookshop, bar e sala conferenze sono i plus del complesso, attorno al quale sono tuttavia ancora in corso i lavori per il recupero degli edifici delle ex officine per l’allestimento di nuove strutture ricettive e di ristoro.

Centro Italiano della Cultura del Carbone Loc. Grande Miniera di Serbariu, 09013 Carbonia (CI) Telefono e fax uffici 0039 0781 670591 – Telefono biglietteria 0039 0781 62727 

 

Serbarìu, l’interesse per il carbone in un’area del Sulcis

Serbariu (Carbonia): l’interesse esercitato dal bacino carbonifero di questa porzione del Sulcis, durante il periodo fascista portò alla nascita della città di Carbonia, inaugurata da Benito Mussolini in persona il 18 dicembre 1938. È l’esempio più importante di centro minerario pianificato di tutta l’Italia. L’economia del territorio ruotava attorno allo sfruttamento delle miniere di carbon fossile: oltre a Serbariu vanno citate quelle antecedenti di Nuraxi Figus, Seruci e Cortoghiana (in tutto davano lavoro a poco meno di quindicimila minatori).

Le limitazioni comunitarie, alcuni decenni fa, decretarono la fine di questo settore: il carbone sardo presenta un’elevata percentuale di composti sulfurei, giudicati altamente inquinanti. I castelli dei pozzi di estrazione e l’impianto di caricamento del carbone sono ormai diventati nostalgici simboli di quel periodo, che in epoca recente ha prodotto grosse sacche di disoccupazione.

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