Isola di San Pietro

Uno dei tratti più originali e inaspettati di tutte le coste sarde è certamente quello che ritroviamo nell’isola di San Pietro, di cui però sono da evidenziare anche la particolare origine degli abitanti (genovesi, ma giunti nel 1738 dall’isola di Tabarka in Tunisia) e la gradevolissima impronta urbanistica della cittadina-capoluogo (Carloforte).

SCOPRENDO

L’isola di San Pietro

Una lunga serie di fenomeni legati al vulcanismo di antiche ere geologiche ha dunque determinato la particolare conformazione morfologica del tratto settentrionale dell’isola, dove sono da citare le insenature di Cala Lunga e di Cala di Mamerosso, dalle alte pareti di rossa roccia trachitica; il vasto ingresso della Grotta delle Oche, tanto profonda da poter essere visitata in barca; le Tacche Bianche, grandi banchi di chiari tufi vulcanici; e la splendida Cala Vinagra, con l’isolotto omonimo e la ben riparata insenatura, sparsa di scogli e grossi ciottoli arrotondati.

La Cala Fico si trova invece all’estremità nord-occidentale dell’isola di S. Pietro, ed è certamente la più bella. Limitata da alte e ripide pareti, è piuttosto estesa. Le rocce sono il risultato dei fenomeni erosivi dell’acqua e del vento sulle morbide trachiti grigie, che formano anche il vasto gruppo di accidentate colline dell’entroterra, sparso di boschetti di pini d’Aleppo e traforato da miniere, soprattutto di ocra e manganese, abbandonate dal secondo dopoguerra.

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